Alexandre Cabanel 1823-89

Morte di Paolo e Francesca 1870

«Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.

Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte.

Quand'io intesi quell'anime offense,
china' il viso e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?».

Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!».

Poi mi rivolsi a loro e parla' io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.

Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri,
a che e come concedette Amore
che conosceste i dubbiosi disiri?».

E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore.

Ma s'a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.

Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».


(Dante Alighieri - Inferno, canto V)

Charles August Mengin 1853-1933

Sappho1877

Eros mi ha squassato la mente
come il vento del monte si scaglia sulle querce
(Saffo fr. 47)

Edmund Blair Leighton 1853-1922

The Accolade 1901

Elihu Vedder 1836-1923

La coppa della Morte 1885


So when that Angel of the darker Drink
At last shall find you by the river-brink,
And, offering his Cup, invite your Soul
Forth to your Lips to quaff-you shall not shrink.

Così quando quell'Angelo dell'atra pozione
ti troverà infine sulla riva del fiume
e, offrendo la sua Coppa, inviterà la tua Anima
a bere senza limiti - tu accetterai.

Omar Kayyam - Rubaiyat, quartina 43 (versione postuma 1889 di Edward FitzGerald)


da  "Illustration for Rubáiyát of Omar Khayyám" 1883-84

Dante Gabriel Rossetti 1828-1882

        
                             Beata Beatrix 1864-70                                                Beata Beatrix 1877-82


"Un importante, bellissimo dipinto di una figura femminile che è il capolavoro dell'opera geniale, il ritratto della moglie del Rossetti sul punto di morire".
Vittorio Sgarbi

     Nella versione 1864-70 Beatrice-Elizabeth è seduta in un atteggiamento di estasi con la bocca socchiusa che lascia intravedere il candore dei denti avendo sullo sfondo Firenze deserta nella quale, in una luce tenue e dorata, si stagliano il Ponte Vecchio ed il Duomo.
     In secondo piano sulla sinistra vi è  una figura aureolata, Amore "nelle cui mani - scrisse Rossetti - la vita che sta sfuggendo trema come una fiamma" - e sulla destra vi è Dante che guarda, a sua volta, verso Amore, mentre la meridiana la cui ombra cade sul nove, "numero che Dante - scrisse ancora Rossetti - collega misticamente in vari modi a lei e alla sua morte" simboleggia il trascorrere del tempo.
     La colomba è di colore rosso, con duplice ambigua allusione sia allo Spirito Santo (ha il capo cinto da un'aureola) che all'Amore.
     Essa reca nel becco un fiore di papavero - fiore della passione ma anche fiore da cui deriva il veleno che dà la morte - che deposita dolcemente nelle mani di Beatrice-Elizabeth a ricordarci che Elizabeth Siddal morì in seguito all'ingestione di una forte dose di laudano.
     Nella versione 1877-82 i colori sono diventati tenui, lattescenti e sembrano quasi estranei al mondo materiale, Amore non è più riconoscibile nella figura a sinistra, peraltro non più fornita di aureola, accanto alla quale compare adesso una croce quasi a sottolineare il passaggio, in questa seconda versione, da una visione estetica non scevra di elementi paganeggianti ad una spiritualità cristiana. Questa impressione è ulteriormente avvalorata dal fatto che la colomba, pur non avendo più l'aureola, è diventata bianca - mentre il papavero è qui di colore rosso - quasi che il fuoco rosso dell'Amore abbia ceduto il passo alla candida purezza dello Spirito.

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Venite a 'ntender li sospiri miei,
oi cor gentili, chè pietà 'l disia:
li quai disconsolati vanno via,
e s'e' non fosser, di dolor morrei;
però che gli occhi mi sarebber rei,
molte fiate più ch'io non vorria,
lasso! di pianger sì la donna mia,
che sfogasser lo cor, piangendo lei.
Voi udirete lor chiamar sovente
la mia donna gentil, che si n'è gita
al secol degno de la sua vertute;
e dispregiar talora questa vita
in persona de l'anima dolente
abbandonata de la sua salute.
 
Dante Alighieri - Vita Nova XXXIII

John Melhuish Strudwick 1849-1937

The Music of a Bygone Age 1890

Elizabeth Eleanor Siddal 1829-1862

Lady Affixing a Pennant to a Knight's Spear 1856 ca

Dante Gabriel Rossetti 1828-1882

Before the Battle 1858

TEMI: "il Vampiro" - Philips Burne-Jones 1861-1926 / Rudyard Kipling 1865-1936 The Vampire

Burne-Jones, Philips 1861-1926
The Vampire 1897

Rudyard Kipling 1865-1936
The Vampire

Oh te years we waste and the tears we waste
And the work of our head and hand,
Belong to the woman who did not know
(And now we know that she never could know)
And did not understand.


TRADUZIONE

Oh gli anni e le lacrime che sciupiamo
Ed il lavoro della mente e della mano,
Appartengono alla donna che non poteva sapere
(E ora sappiamo che non saprà mai)
E non comprendeva.


Giulio Romano 1499-1546 / Edward Burne-Jones 1833-98 / Frank Cadogan Cowper 1877-1958

Giulio Romano 1499-1546
     Isabella d'Este       

                       
         
                            Edward Burne-Jones 1833-98                    Frank Cadogan Cowper 1877-1958
                                 Sidonia von Bork 1860                                          Vanity 1907

Gustave Moreau 1826-98

  Orphée 1864                                    Jeune fille thrace
                                                         portant la tête d'Orphée 1865

Per primo generò la lira
Orfeo dalla variegata musica
figlio di Calliope, nella Pièria.

(Timoteo, Persiani 234-236)

INFLUENZE: Percy Bysshe Shelley 1792-1822

Adonai
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XLIX

Go thou to Rome,--at once the Paradise,
The grave, the city, and the wilderness;
And where its wrecks like shattered mountains rise,
And flowering weeds, and fragrant copses dress
The bones of Desolation's nakedness
Pass, till the spirit of the spot shall lead
Thy footsteps to a slope of green access
Where, like an infant's smile, over the dead       
A light of laughing flowers along the grass is spread;

L

And gray walls moulder round, on which dull Time
Feeds, like slow fire upon a hoary brand;
And one keen pyramid with wedge sublime,
Pavilioning the dust of him who planned             
This refuge for his memory, doth stand
Like flame transformed to marble; and beneath,
A field is spread, on which a newer band
Have pitched in Heaven's smile their camp of death,
Welcoming him we lose with scarce extinguished breath.

LI

Here pause: these graves are all too young as yet
To have outgrown the sorrow which consigned
Its charge to each; and if the seal is set,
Here, on one fountain of a mourning mind,
Break it not thou! too surely shalt thou find
Thine own well full, if thou returnest home,
Of tears and gall. From the world's bitter wind
Seek shelter in the shadow of the tomb.
What Adonais is, why fear we to become?

LII

The One remains, the many change and pass;
Heaven's light forever shines, Earth's shadows fly;
Life, like a dome of many-coloured glass,
Stains the white radiance of Eternity,
Until Death tramples it to fragments.--Die,
If thou wouldst be with that which thou dost seek!
Follow where all is fled!--Rome's azure sky,
Flowers, ruins, statues, music, words, are weak
The glory they transfuse with fitting truth to speak.

LIII

Why linger, why turn back, why shrink, my Heart?
Thy hopes are gone before: from all things here
They have departed; thou shouldst now depart!
A light is passed from the revolving year,
And man, and woman; and what still is dear
Attracts to crush, repels to make thee wither.
The soft sky smiles,--the low wind whispers near:
'Tis Adonais calls! oh, hasten thither,
No more let Life divide what Death can join together.

LIV

That Light whose smile kindles the Universe,
That Beauty in which all things work and move,
That Benediction which the eclipsing Curse
Of birth can quench not, that sustaining Love
Which through the web of being blindly wove
By man and beast and earth and air and sea,
Burns bright or dim, as each are mirrors of
The fire for which all thirst; now beams on me,
Consuming the last clouds of cold mortality.

LV

The breath whose might I have invoked in song
Descends on me; my spirit's bark is driven,
Far from the shore, far from the trembling throng
Whose sails were never to the tempest given;
The massy earth and sphered skies are riven!
I am borne darkly, fearfully, afar;
Whilst, burning through the inmost veil of Heaven,
The soul of Adonais, like a star,
Beacons from the abode where the Eternal are.
       

TRADUZIONE

XLIX

Su, vai a Roma, -- che è insieme il Paradiso, la tomba,
e la città e il deserto; e passa dove le rovine s’ergono
come montagne frantumate, e le gramigne
fiorenti e le piccole selve profumate
vestono l’ossa nude della Desolazione,
finché lo spirito del luogo guiderà i tuoi passi
a un declivio il cui accesso è verdeggiante,
dove come il sorriso di un bambino
fra l’erba sopra i morti si distende
una luce di fiori sorridenti; e mura grigie

L

vi si sfanno attorno – le smangia il Tempo ottuso
simile a un fuoco lento sopra un vecchio ramo;
e una sublime piramide aguzza si leva
come una fiamma trasformata in marmo
quasi creando un padiglione alla polvere
di chi la disegnò come rifugio della sua memoria;
e sotto s’apre un campo dove una nuova schiera ha posto
nel sorriso dei Cieli il suo campo di morte, e accoglie
colui che perdiamo con un respiro che s’è da poco spento.

LI

Férmati qui: queste tombe
sono ancora troppo giovani per essere
cresciute al di là del dolore che consegnò a ciascuna
il fardello dovuto; e se anche il sigillo è stato posto
qui sulla fonte di un unico spirito in lacrime,
non lo spezzare tu! ché certamente
se torni a casa anche tu troverai la tua fonte ricolma
di lacrime a di fiele. Dal vento amaro del mondo ricerca
un rifugio nell’ombra del sepolcro. Perché dovremmo temere
di diventare quello che Adonais è già?

LII

L’Uno rimane, i molti mutano e passano;
la luce del Cielo risplende eternamente,
ma l’ombre della Terra sempre fuggono; la Vita
macchia il bianco splendore dell’Eternità come una cupola
di vetro dai moti colori, finché non vi passa la Morte
e la frantuma. – Muori se vuoi unirti
a ciò che stai cercando! Segui anche tu le cose che sono
già fuggite! Il cielo azzurro di Roma, i fiori, le rovine,
le parole e le statue e la musica, sono
fragili troppo per dire con parole esatte
la gloria che trasfondono. Perché, dunque, indugiare?

LIII

Perché volgersi indietro, perché appartarsi, o Cuore?
Le tue speranze sono corse avanti, si sono già staccate
da tutte queste cose; ora anche tu dovresti!
Dall’anno che si volge, dall’uomo e dalla donna
s’è già staccata una luce; e le cose che ancora sono care
attraggono soltanto per schiacciare, respingono
per disseccare il tuo spirito. Il cielo sorride
soavemente, -- il vento lieve ti mormora accanto:
ed è Adonais che chiama! Oh, affrettati, impedisci
che la vita separi ciò che la morte unisce.

LIV

Quella luce che accende l’Universo
col suo sorriso, quella Bellezza in cui tutte le cose
operano e si muovono, quella Benedizione
che la Maledizione eclissante della nascita
non potrà mai soffocare, quell’Amore
che sostiene e attraverso la tela dell’essere
intessuta alla cieca dall’uomo e dalla bestia,
dalla terra dall’aria e dal mare arde splendido o fioco
secondo che ognuno rispecchi la fiamma
di cui sono assetati, ora su di me irraggia
consumando le ultime nubi della mortalità più fredda.

LV

Discende su di me quel soffio il cui potere
ho invocato nel canto; la nave del mio spirito
è spinta ormai lontano dalla riva, lontano
dalla turba tremante le cui vele mai
furono offerte alla tempesta; la solida terra
e la sfera del cielo si sono spaccate!
E io sono sospinto oscuramente, paurosamente lontano;
mentre bruciando al pari di una stella
nel più intimo velo dei Cieli, l’anima d’Adonais rifulge
dalla dimora in cui stanno gli Eterni. 


Louis Edouard Fournier 1857-1917
Il funerale di Shelley 1889


           
                              Walter Crane 1845-1915                                        William Bell Scott 1811-1890
                               Tomba di Shelley 1872                                                 Tomba di Shelley
                                                                                            nel nuovo cimitero protestante di Roma  1873