Cassandra
La vicenda precede di poco l’ultima battaglia di Ettore.
Cassandra ha cercato invano di avvertirlo con le sue profezie, e adesso sta addossandosi ad un pilastro e strappandosi i vestiti per la disperazione, perché sa che non riuscirà a trattenere Ettore ancora a lungo.
Lui sta precipitandosi giù dalle scale e sta cercando di farsi sentire attraverso i rumori, mentre dà un ordine ad un ufficiale responsabile dei soldati, i quali nel frattempo attraversano i bastioni e si dirigono verso il campo di battaglia. Uno dei suoi capitani fa cenno ad Ettore di affrettarsi. Dietro di lui si trova Andromaca con suo figlio e una balia che tiene la culla.
Elena sta tranquillamente armando Paride su un divano; dalla sua espressione si può dedurre che la profezia di Cassandra non deve avere risparmiato nemmeno lei. Paride, divertito, le carezza la schiena per calmarla.
Priamo ed Ecuba sono dietro, quest’ultima si copre le orecchie per non sentire l’orrore. Uno dei fratelli sta implorando Cassandra di interrompere i suoi proclami inquietanti.
Lungo i bastioni sono allineate delle macchine pronte a lanciare pietre agli assedianti...
Cassandra ha cercato invano di avvertirlo con le sue profezie, e adesso sta addossandosi ad un pilastro e strappandosi i vestiti per la disperazione, perché sa che non riuscirà a trattenere Ettore ancora a lungo.
Lui sta precipitandosi giù dalle scale e sta cercando di farsi sentire attraverso i rumori, mentre dà un ordine ad un ufficiale responsabile dei soldati, i quali nel frattempo attraversano i bastioni e si dirigono verso il campo di battaglia. Uno dei suoi capitani fa cenno ad Ettore di affrettarsi. Dietro di lui si trova Andromaca con suo figlio e una balia che tiene la culla.
Elena sta tranquillamente armando Paride su un divano; dalla sua espressione si può dedurre che la profezia di Cassandra non deve avere risparmiato nemmeno lei. Paride, divertito, le carezza la schiena per calmarla.
Priamo ed Ecuba sono dietro, quest’ultima si copre le orecchie per non sentire l’orrore. Uno dei fratelli sta implorando Cassandra di interrompere i suoi proclami inquietanti.
Lungo i bastioni sono allineate delle macchine pronte a lanciare pietre agli assedianti...
Dante Gabriel Rossetti 1828-1882
Cassandra
I
REND, rend thine hair, Cassandra: he will go.
Yea, rend thy garments, wring thine hands, and cry
From Troy still towered to the unreddened sky.
See, all but she that bore thee mock thy woe:—
He most whom that fair woman arms, with show
Of wrath on her bent brows; for in this place
This hour thou bad'st all men in Helen's face
The ravished ravishing prize of Death to know.
What eyes, what ears hath sweet Andromache,
Save for her Hector's form and step; as tear
On tear make salt the warm last kiss he gave?
He goes. Cassandra's words beat heavily
Like crows above his crest, and at his ear
Ring hollow in the shield that shall not save.
II
“O HECTOR, gone, gone, gone! O Hector, thee
Two chariots wait, in Troy long bless'd and curs'd;
And Grecian spear and Phrygian sand athirst
Crave from thy veins the blood of victory.
Lo! long upon our hearth the brand had we,
Lit for the roof-tree's ruin: and to-day
The ground-stone quits the wall,—the wind hath way,—
And higher and higher the wings of fire are free.
“O Paris, Paris! O thou burning brand,
Thou beacon of the sea whence Venus rose,
Lighting thy race to shipwreck! Even that hand
Wherewith she took thine apple let her close
Within thy curls at last, and while Troy glows
Lift thee her trophy to the sea and land.”
REND, rend thine hair, Cassandra: he will go.
Yea, rend thy garments, wring thine hands, and cry
From Troy still towered to the unreddened sky.
See, all but she that bore thee mock thy woe:—
He most whom that fair woman arms, with show
Of wrath on her bent brows; for in this place
This hour thou bad'st all men in Helen's face
The ravished ravishing prize of Death to know.
What eyes, what ears hath sweet Andromache,
Save for her Hector's form and step; as tear
On tear make salt the warm last kiss he gave?
He goes. Cassandra's words beat heavily
Like crows above his crest, and at his ear
Ring hollow in the shield that shall not save.
II
“O HECTOR, gone, gone, gone! O Hector, thee
Two chariots wait, in Troy long bless'd and curs'd;
And Grecian spear and Phrygian sand athirst
Crave from thy veins the blood of victory.
Lo! long upon our hearth the brand had we,
Lit for the roof-tree's ruin: and to-day
The ground-stone quits the wall,—the wind hath way,—
And higher and higher the wings of fire are free.
“O Paris, Paris! O thou burning brand,
Thou beacon of the sea whence Venus rose,
Lighting thy race to shipwreck! Even that hand
Wherewith she took thine apple let her close
Within thy curls at last, and while Troy glows
Lift thee her trophy to the sea and land.”